STORIA DEL DIABETE - Capitolo Primo

25 aprile 2006
Capitolo I

C'era una volta un uomo. O almeno, così diceva.
Quest'uomo era molto buono, tanto che gli abitanti del suo villaggio lo chiamavano "Cioccolata".
Cioccolata aveva una casetta in cima ad una collina, e soleva ogni giorno pitturarla di un diverso colore. O almeno, così diceva.
Infatti aveva soltanto un secchio di un colore solo, il rosso tiziano, che tra l'altro a lui faceva schifo.
Cioccolata, però, era daltonico. Era talmente daltonico che per lui un fiore rosso aveva un suono altissimo.
Però tutti volevano bene a Cioccolata, che ogni giorno si svegliava e pitturava la casa dello stesso colore.
Caro, vecchio Cioccolata.
Cioccolata non aveva un lavoro fisso, faceva i lavori che gli si offrivano per guadagnare quel poco che gli bastava per sopravvivere, e ogni tanto comprare un barattolo di rosso Tiziano; il facchino, il muratore, l'autista, il ricercatore biotecnologico, il capo del mondo, l'astronauta, zorro.
A Cioccolata piaceva tanto fare l'astronauta, era il lavoro che più gli garbava di più.
Infatti ogin volta portava con sè Ciocco, il suo amico pezzo di legno, e lui ogni volta fluttuava in modo buffo.
E Cioccolata rideva.
Faceva le piroette.
E Cioccolata rideva.
Si congelava, subiva un processo di decomposizione e implodeva.
E Cioccolata rideva, rideva, rideva fino a farsi venire le lacrime alle orecchie.
Comunque a Cioccolata non dispiaceva la vita che faceva. Aveva sempre un sorriso che assomigliava alla Tour Eiffel stampato in faccia.
Quando andava in paese a comprare il rosso tiziano, la gente lo salutava e lui rispondeva con un sorriso.
"Ciao, Cioccolata!", diceva il panettiere. E Cioccolata sorrideva.
"Ciao, Cioccolata!", diceva la barista zoppa. E Cioccolata sorrideva.
"Ciao, stronzo!", diceva il prete. E Cioccolata sorrideva.
"Ciao, faccia di merda!", diceva il venditore di tegole. E Cioccolata sorrideva.
Ancora prima che entrasse nel negozio, il commerciante di vernici scaraventava via lontano dal paese un barattolo di rosso tiziano per fare uno scherzo a Cioccolata. Ma Cioccolata, che era tachicardico, sveniva come soleva fare Dante, il suo amico meticcio.
Così passavano le giornate di Cioccolata.
Ma un giorno egli ricevete una visita che non si sarebbe mai aspettato.
E infatti, non la aspettava.

(Continua...)

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